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Chi Siamo

La Who is Handy ? Onlus è un'associazione che si occupa dell'integrazione della persona con diversabilità all'interno della società, favorendo l'integrazione sociale e culturale dell'individuo.

La Nascita


Giorno 12 febbraio 2008 si costituisce l’associazione, WHO IS HANDY? ONLUS, per perseguire obiettivi di promozione ed inserimento nel sociale della persona con disabilità.


L'associazione è formata da un gruppo di giovani universitari e non, disabili e normodotati, professionisti e studenti che un bel giorno del 12 febbraio 2008 hanno espresso il loro desiderio comune di costituire un’associazione, WHO IS HANDY ? ONLUS, per perseguire obiettivi di promozione ed inserimento nel sociale della persona con disabilità.
Seguendo lo schema e le indicazioni delle finalità e obiettivi della legge 104/92, l'impalcatura ideologica dell’associazione in conformità alla legge 460/97, viene costituita l’associazione WHO IS HANDY ? ONLUS.

 

Il Logo

Il Logo nasce nel 2005 da un Gruppo di Studio sulle Diversabilità composto dal Dott. Vincenzo Dolce, dal Dott. Pietro Nuccio e dal Dott. Filippo Roberto Santamaria. Originariamente disegnato a mano, il logo richiama i colori dell'arcobaleno, simbolo di Pace ed Uguaglianza. Al centro sono presenti due solchi e delle orme di piedi, che rappresentano l'unione indissolubile tra tutte le persone, Diversamente Abili e Normodotati. ll Dott. Santamaria nel 2008 fonda la Who is Handy ? ONLUS e chiede ai Co-Creatori del Logo di poterlo utilizzare per la sua appena nata associazione.

Il Nome

Who is Handy ? è un nome anglosassone e dunque polisemantico, che alla traduzione dall'irlandese del XVIII Secolo stava ad essere: Chi è il più Fortunato ? L'esordio di questo slogan viene preso dal pensionato universitario del S.Saverio, dallo studente Giuseppe Sghembri che si esprimeva con lo studente Filippo Santamaria con un botta e risposta in lingua siciliana; Cù è l'andicappatu ? Tò Patri !

Per Quali Motivi Nasce ?

In questa moderna e coeva società che viaggia a ritmi sostenuti, le persone con disabilità, sono irrimediabilmente lasciate indietro. Consideriamo la disabilità in relazione alla ricerca di una soggettività  “senza” modelli prefabbricati da imporre e “non” come limite, difficoltà, marginalità da ridurre, tramite linee di tendenza assistenziale e/o riabilitative di normalizzazione.


E’ cruciale, secondo noi,  proporre uno spostamento d’ottica: “una visione dall’interno” che  sostituisca “una visione dall’esterno e dall’alto”: cioè, non ci dobbiamo soltanto chiedere ciò che andava fatto per la persona con disabilità, ma ciò che è possibile fare insieme, per favorirne  l’inserimento nella società.


Tale passaggio consente l’attivarsi, in sostanza, della funzione  che definiamo “autoriflessiva”. Funzione che consente alla  mente la regolazione della propria affettività e l’approfondimento dell’esperienza. Chi intende il bene filosoficamente non può che promuovere lo sviluppo e l’integrazione culturale, sociale e lavorativa della persona con disabilità.

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